“Un tempo i politici per darsi lustro si facevano accompagnare dai poeti. Si facevano vedere in giro con loro. Leggevano poesie. Anche ora dovrebbero farlo. Leggete pure voi poesie!”
Conclude così accoratamente la lettura delle poesie di Keats, Shelley e Byron l’attore britannico di fama internazionale, Julian Sands, sabato 5 febbraio, al Keats-Shelley House di Roma.
Julian Sands, ambasciatore del museo per l’anniversario dei duecento anni dalla morte di Keats, nel 1821, viene spesso a Roma al museo a declamare i versi dei grandi poeti romantici britannici.
Questo periodo è a Roma anche per un film che sta girando con la regista italiana Grazia Tricarico, Body Odissey. (Sands è stato l’attore di Camera con Vista, Ocean’s Thirteen, Urla del silenzio, Via da Las Vegas e molti altri famosi).
Ogni anno non perde l’occasione di far visita al museo per leggere le poesie a un gruppo ristretto di una quindicina di persone. Il museo è ricavato nella casa dove John Keats visse e morì in Piazza di Spagna e la saletta può ospitare solo poche persone. Il risultato è ancora più intimo e intenso. È lì solo per noi pochi fortunati. Sands respira in questa casa l’energia di Keats e la trasmette ai partecipanti mentre recita.
Il direttore del museo, Giuseppe Albano, ha avuto la capacità di percepire che le letture di versi lirici recitate da artisti di spessore, Julian Sands, un grande attore, ma anche in passato da Bob Geldof, riescono ad emozionare il pubblico maggiormente e a trasmettere sensazioni più intense rispetto alla lettura fatta da cattedratici. Più formali e tecnici. Non si può fare a meno di notare qualche lacrima nei volti dei presenti.
Questi artisti sanno rendere la poesia moderna e attuale.
Sands spiega, tra una lettura e l’altra, che Keats e Shelley sarebbero stati contrari alla Brexit. Shelley poi era anti- establishment. Venne espulso dalle scuole per un saggio sull’ateismo, La necessità dell’ateismo. Era ribelle nei confronti del governo e della Monarchia. Aveva tutti contro. Conosciuto anche per il suo stile di vita libertino, divenne famoso in tutto il mondo per le sue poesie politicamente irriverenti, soprattutto in India. The Mask of Anarchy (La maschera dell’anarchia) è stata la poesia preferita sia da Marx che da Gandhi.
Adorava Keats. Ne aveva intuito la genialità e fu sconvolto per la sua morte prematura di tubercolosi. A lui dedicò un poema.
Tra i presenti un regista amico di Julian Sands che conosce da trent’anni. Tre giorni fa ha perso sua madre. Nonostante ciò ha voluto essere presente. Sands dedica alla madre del suo amico la poesia di Lord Byron, She walks in Beauty, Lei cammina nella bellezza.
Alterna poesie di Keats a quelle di Shelley. Vibrante l’interpretazione di Ozymandias e della Mask of Anarchy (La maschera dell’anarchia) di Shelley. (Leggi in questo blog gli articoli in merito).
“Leggere poesie, è sexy, dovete leggere sempre le poesie”. Esorta.
Poi esprime con un accenno politico la sua avversione alla Brexit, “i poeti romantici ne sarebbero stati contrari”.
Nel finale, la chiosa sui politici che dovrebbero leggere di più le poesie. E quell’esortazione, con il parallelo con l’ottocento, ad ascoltare maggiormente i poeti e le loro poesie. I politici dovrebbero farne tesoro per guadagnare in autorevolezza.
“Perché nell’ottocento i politici si circondavano sempre di poeti”.
Julian Sands si intrattiene con gli ospiti a Roma