“Cézanne was like the father of us all…”, Pablo Picasso. “Cézanne è stato il padre di noi tutti”. E’ questa la frase di Pablo Picasso stampata sui volantini e sulla parete all’ingresso della mostra che si è inaugurata a Londra al National Portrait Gallery. Echeggia di frequente anche nella spiegazione delle cuffiette audio. Ed è con questa frase di Picasso che si capisce l’importanza del grande pittore francese, la cui fama non è celebrata come meriterebbe. Lo fa il National Portrait Gallery di Londra con una mostra a lui dedicata con l’esposizione di molteplici opere, più di cinquanta ritratti, provenienti da tutto il mondo.
Un primo dell’anno a Londra. La città, il giorno dopo l’eccezionale celebrazione del 31, si rianima pian piano dal torpore. I festeggiamenti sono stati imponenti. Chi ha preferito riversarsi a Trafalgar Square, incurante dei pericoli terroristici segnalati dal mattino dai più importanti tabloid inglesi, per cantare tutti assieme, allo scoccare della mezzanotte, l’Auld Lang Syne, la storica canzone che dà l’addio all’anno passato. Al vecchio 2017. Chi invece ha pagato il biglietto d’ingresso per accedere all’area riservata sulle sponde del Tamigi, dove poter osservare in prima fila gli spettacolari fuochi d’artificio. Altri invece hanno preferito rifugiarsi negli esclusivi club londinesi, dove l’ingresso è consentito solo ai soci iscritti. Per l’iscrizione iniziale, si deve passare dalla segnalazione di due altri soci anziani, ovvero soci da diversi anni, fino alla successiva approvazione della direzione. Qui ottima musica, spesso suonata dal vivo da band e cantanti famosi, come Will.i.am dei Black Eyed Peas, e gente sofisticata che si diverte. Donne dall’inconfondibile tocco aristocratico e uomini con l’anello al mignolo del casato di appartenenza. La maggior parte sono giovani, vestiti impeccabilmente alla moda.
Il giorno dopo è un’altra storia. Poca gente in giro verso mezzogiorno e, cosa strabiliante, la città è stata magicamente ripulita. Nessuna cartaccia, bottiglia vuota o prova dell’imponente festa della notte prima. Lentamente si ritorna alla normalità.
Alle 12 poche persone fanno ingresso al National Portrait Gallery. Occasione perfetta per godersi la mostra. Per la prima volta sono state messe assieme opere provenienti da tutto il mondo, dal Musèe d’Orsay di Parigi e dal National Gallery of Art di Washington.
“Paul Cèzanne (1839-1906) è stato uno dei pittori più influenti del diciannovesimo secolo. Il suo metodo di costruzione del colore e l’approccio analitico alla natura hanno influenzato i cubisti e tutte quelle generazioni successive di artisti avant-garde”: si sente dagli auricolari audio. Ecco allora perché Pablo Picasso lo aveva incoronato “padre di tutti noi”. Padre innovativo lo è stato anche per il suo modo di concepire il ritratto. Cézanne ne ha fatti 160. L’esibizione è dedicata a tutti i ritratti dipinti in circa 45 anni di vita. Ritrae spesso lo stesso soggetto in diverse versioni, per lo più se stesso, la moglie, il figlio, lo zio e, in vecchiaia, qualche personaggio di campagna conosciuto, come il giardiniere che lo aiutava nello studio di pittura.
Ed è dalla prima stanza, dai primi ritratti che si scopre la sua genialità. Stravolge la concezione di artista ritrattista. Per secoli e secoli ai grandi pittori venivano commissionati dei ritratti, spesso da personaggi potenti, per celebrarne la grandezza, immortalati in pose imponenti. Le donne in posizioni femminili e spesso sensuali. Erano i personaggi raffigurati che esprimevano i propri desideri, come dovevano apparire per far colpo in famiglia o nell’immaginario collettivo. Non è questo il caso. Cèzanne si rifiuta di ritrarre personaggi famosi rinunciando così a cospicui guadagni. Non si vuole arricchire con l’arte. Tanto ha un padre facoltoso che gli dà i soldi. E’ libero di ritrarre le persone come vuole lui e quindi in maniera realistica e, soprattutto, chi vuole lui. Cèzanne dice no a potenti e a ricchi.
Cèzanne eredita il concetto che un ritratto dovrebbe fornire sia il tratto fisico che psicologico di una persona. Rigetta però il secondo concetto. Effettua la sua rivoluzione. Non ha alcuna pretesa di fornire un’immagine psicologica del personaggio. Un ritratto per lui è la somma degli aspetti che si guardano dall’esterno, niente di più. Non gli interessa a cosa stia pensando o quali sentimenti provi la persona dipinta. A lui importa solo com’è realmente al di fuori. Cèzanne non accetta compromessi. Gli piace la naturalezza e non gradisce pertanto posture esagerate, artificiali o dimostrative. Cèzanne non vuole adulare nessuno e non ritrae le persone che lo desiderano. Stravolge i canoni della pittura incurante di badare ai propri interessi. Ed è per questi motivi che spesso ritrae persone in modo poco lusinghiero, dimostrando anche una grande forza di carattere e caparbietà.
Cèzanne ritrae soprattutto i membri della sua famiglia senza abbellirli. La moglie spesso viene mostrata nella sua naturalezza, una donna per niente avvenente, spesso depressa e triste. Del resto, impiega moltissimo tempo a ritrarre una persona. A uno dei suoi personaggi che non riusciva a stare immobile nella posa, gli urla: ”devi stare fermo come una mela!”. Spesso poi interrompe i ritratti iniziati e li lascia incompiuti.
Cézanne è stato un grande artista perché è vissuto per la sua arte, in tutta la sua purezza. Non ha mai accettato commissioni o pagamenti per i suoi ritratti. Ha solo ritratto se stesso, non guardandosi allo specchio, ma lavorando su delle foto scattate. Ha dipinto sua moglie, anche se poi alla fine dei suoi anni si erano lasciati, gli altri componenti familiari e i suoi amici. Eccezione per il suo critico Voillard. E naturalmente per gli umili del villaggio di Aix in Francia.