Per la terza volta in pochi anni, Londra dedica un’esibizione al pittore di origine tedesca naturalizzato britannico Lucien Freud, nipote di Sigmund Freud fondatore della psicanalisi.
L’ultima era stata qualche tempo fa, sempre a fine dicembre, inizio gennaio alla Royal Academy of Arts ed era dedicata ai suoi ritratti più iconici.
Avendo viste le altre, non si poteva evitare di visitare anche questa che la National Gallery dedica al pittore scomparso nel 2011 dal titolo Lucien Freud: New Perspectives, le nuove prospettive.
Lucien Freud è considerato dai critici più autorevoli il maggior pittore figurativo dei nostri tempi, un maestro moderno sia dal punto di vista tecnico che psicologico. La regina Elisabetta posò per lui un anno intero per un ritratto tra il 2000 ed il 2001. Non stupisce quindi l’enorme affluenza di visitatori giunti alla National Gallery. È il 29 dicembre e la fila all’ingresso è davvero impressionante.
Lucien Freud ha sempre avuto un’enorme capacità di attrazione, ma non si può far a meno di notare che in questo periodo di festività, non solo la National Gallery è affollata, Londra è presa letteralmente d’assalto come non mai. Erano anni che non si vedeva una tale folla. In giro i marciapiedi pedonali sono impraticabili e tocca camminare per strada. Anche i bar tipo Starbucks o Caffè Nero sono accalcati e prendere un caffè diventa un’impresa.
Eppure causa Brexit, l’Inghilterra sta attraversando la più drammatica crisi economica degli ultimi cento anni. Il 2022 ha visto il cambio di tre premier e la scomparsa della sovrana più amata. Ancora più gravi gli scioperi devastanti dei trasporti che sconvolgono i cittadini da circa sei mesi e quelli delle strutture sanitarie. Non sono operative tante ambulanze e il personale medico scarseggia, causando un’incidenza di circa trecento morti al mese per mancato soccorso.
Tutto ciò non si percepisce in una Londra sontuosamente addobbata in questo periodo natalizio.
Il solito analista pignolo eccepirebbe dicendo che la realtà di Londra è sempre molto diversa rispetto a quella dell’intero paese. La capitale britannica però è sempre stata la cartina di tornasole per comprendere gli umori e lo stato di salute della nazione, soltanto in maniera esponenziale. Niente è alterato.
L’affluenza composta alla National Gallery non è accorsa solo per vedere Lucien Freud. Molti sono andati ad ammirare i capolavori dei grandi maestri dei secoli scorsi.
All’ingresso della mostra su Lucien Freud campeggia una citazione dell’artista:” Vado alla National Gallery piuttosto che andare dal dottore a cercare aiuto”. Un’allusione al celebre nonno Sigmund fondatore della psicanalisi? Comunque è la prova che Lucien Freud fin da giovane visitava la National Gallery per studiare i capolavori dei pittori del passato e le loro tecniche.
Lucien Freud ha sempre proclamato la sua più assoluta indipendenza nell’attività pittorica e in quella privata, nelle relazioni sentimentali come nell’educazione dei figli. Rifiutava tutto ciò che potesse interferire con essa tanto da definirla “egoismo”.
Grande rilievo dà al ritratto. Si legge nel pannello della prima sala che nella sua carriera durata quasi settant’anni, ha raffigurato amici, amanti, familiari, colleghi artisti, celebrità, imprenditori, reali, icone gay, semplici lavoratori e anche se stesso. È famoso per la visione intensa, per l’attenzione al dettaglio e per la capacità notevole di maneggiare il colore sulla tela. Freud è consapevole della posizione rilevante che ricopre nella storia dell’arte. Da qui la carrellata con tutte le sue opere.
Un autoritratto dal titolo L’uomo con la piuma del 1943. Un dipinto ricco di dettagli in contrasto con il paesaggio indefinito sullo sfondo.
Un quadro del 1941 dedicato ai rifugiati, The Refugees. Lui del resto era stato un rifugiato quando da bambino dovette abbandonare la Berlino nazista per rifugiarsi in Inghilterra. La donna col narciso del 1945. La ragazza con le rose del 1947. Opere esibite nei maggiori musei internazionali. In ogni quadro l’accuratezza per i dettagli o il quasi esagerato iperrealismo come nel ritratto per l’artista John Minton del 1952 e Stanza di hotel del 1954. Sono lavori che subiscono l’influenza della pittura del Rinascimento nordeuropeo e del ‘Nuovo oggettivismo’ tedesco dell’inizio del ventesimo secolo. Anche se poi l’artista prende le distanze dallo stile tedesco associato alla Germania, la nazione dalla quale la sua famiglia fu costretta a scappare.
La trasformazione stilistica avviene con Una donna pittrice (1956-57) dove sviluppa una pittura dalle pennellate espressive.
Troviamo il quadro dedicato a Francis Bacon (1956-57), l’amico artista nato in Irlanda. In questo caso Freud usa la tecnica rinascimentale del non-finito. Lascia di sua volontà delle parti non completate. E naturalmente le sue famose pennellate connotative.
Col passare degli anni, tralascia l’iperrealismo per adottare un atteggiamento generoso ed espressivo nei confronti dei personaggi ritratti.
È negli anni sessanta che dà ampio risalto all’erotismo con i ritratti dedicati alle sue amanti. Hanno affascinato i critici per l’alta carica erotica trasferita sulla tela. Si passa ad un’opera con due uomini in intimità, uno vestito, l’altro completamente nudo. Poi altre dedicate alla madre, la storica d’arte Lucie. Riesce a farsi dare un permesso speciale dall’obitorio per poterla ritrarre per l’ultima volta da morta. Il ritratto alle figlie Bella ed Esther (1987-8).
Finalmente si arriva all’opera della Regina Elisabetta II. Un quadro intenso, di piccole dimensioni. Il suo sguardo fissa quello di chi lo osserva. Velature di colore in contrapposizione con un fondo scuro. È stato prestato per l’occasione dal Re Carlo in persona.
L’ultima parte della mostra si chiama The Flesh, la carne. Facile da immaginare che è dedicata ai nudi integrali. I formati delle tele sono enormi, i corpi umani monumentali. Con il passare degli anni il rapporto tra la pittura e la carne diventa più intenso. Per l’artista che invecchia, la pittura è un modo per trascendere la carne, diventando così meditazione sulla morte stessa.
Alla fine dell’esposizione una frase di Ippocrate:” La vita è breve, l’arte è eterna”. Rispetto alle altre mostre visitate in passato a Londra su Lucien Freud, questa è la più completa e le spiegazioni più esaustive.
Per il giorno dopo, il 30 dicembre, è in programma una visita alla galleria d’arte Hang-Up Gallery, conosciuta per gli addetti ai lavori come la galleria di Banksy, il Robin Hood dell’arte.
Banksy stravolge il modo di concepire l’arte. A differenza dei musei dove il visitatore deve pagare un biglietto per fruire delle opere, lui decide di dipingere nelle pareti di palazzi o edifici in maniera anonima, come gli altri graffitari, con lo scopo di far godere a tutti della visione dei suoi dipinti senza dover pagare. Una concezione popolare e romantica.
Sappiamo che in questo secolo l’arte vale solo per il suo corrispettivo economico. In base alla sua quotazione. A determinare l’importanza di un artista è il prezzo delle sue opere. Siamo lontani dal ‘900 quando l’arte era militante. Il futurismo, il cubismo ad esempio avevano uno scopo. Il futurismo di rottura con l’immobilismo del passato. Tutto doveva essere velocità, movimento e visione per il futuro. Il cubista Picasso sosteneva che l’artista non era un semplice decoratore di appartamenti ma un essere dotato di un pensiero politico. Ben note le sue idee. Il movimento cubista trasformò una persona o un oggetto da tridimensionale in un unico primo piano.
Ora tutta l’arte è determinata dal danaro. Non ha una missione da espletare, un messaggio da lanciare. Banksy interpreta un’arte anti-establishment dentro il comodo perimetro dell’establishment.
Allora bello il concetto romantico della missione dell’arte gratis per il popolo. Poi qualcosa l’artista deve pur guadagnare.
L’Hang-Up Gallery di Londra ospita mostre di artisti emergenti. Qui si organizzano esibizioni con i loro dipinti. Dal 18 novembre 2022 al 13 gennaio 2023, quella su David Shrigley.
Pochi sanno che Banksy si appoggia a questa galleria per la vendita delle sue stampe in maniera riservata.
Chi scrive, tempo fa, aveva chiesto per mail informazioni su una stampa di Banksy, quella della ragazza sotto ad un ombrello. La responsabile vendite dell’Hang-Up Gallery professionalmente aveva risposto che veniva venduta per circa 13 mila sterline. In totale erano seicento copie autografate e l’opera era corredata di certificato di autenticità. Un prezzo elevato per una stampa, comprensibile però perché è l’artista più famoso e chiacchierato del momento.
A parte ciò, il motivo del blitz del 30 dicembre era per curiosare un po’. Purtroppo la galleria era chiusa per festività natalizie. Sarà per la prossima volta.
Anche il 31 dicembre un gran pienone a Londra. I club più esclusivi come il Raffles Chelsea, ora gestito dagli imprenditori Carlo Carello e Jake Parkinson-Smith, completamente sold-out.
Moltissime persone a Trafalgar Square, dove improvvisamente si materializzano anche centinaia di argentini in corteo con le bandiere nazionali ad urlare:” Messi…Messi!”
I biglietti per accedere allo spettacolo pirotecnico sulle rive del Tamigi sono esauriti da tempo. Per fortuna da punti precisi della piazza si possono ammirare lo stesso gli splendidi fuochi d’artificio, seppur in lontananza, che illuminano la città.
Allo scoccare della mezzanotte tutti a cantare l’Auld Lang Syne, l’antica canzone dedicata ai bei tempi andati.
Alla fine di questo dicembre difficile ma anche allietato da qualche festa, si canta assieme l’Auld Lang Syne. “Credi davvero che i vecchi amici si debbano dimenticare e mai ricordare? …per i giorni ormai trascorsi faremo un brindisi con una coppa di gentilezza per ricordare…”
La dedichiamo a chi abbiamo conosciuto e non vedremo più. A quelli che ci saranno sempre nella nostra vita e alle nuove persone che incontreremo in futuro.