Il 26 luglio a Parigi la scenografica cerimonia di apertura delle Olimpiadi 2024. Presenti le massime cariche istituzionali, i presidenti di molti stati e cantanti celebri, oltre agli atleti da tutto il mondo.
l’Italia era rappresentata dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, rimasto in piedi a lungo per omaggiare la squadra italiana, nonostante la pioggia battente e nessun riparo a proteggerlo.
76 anni prima, subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, le Olimpiadi avevano avuto luogo, seppure con minor fragore e sfarzo, a Londra.
Ai giochi olimpici di Londra 1948, il 5 agosto, un’atleta inglese di belle speranze, ma poco conosciuta si era classificata soltanto 11esima. Aveva racimolato un punteggio mediocre di 53,50 nella gara dei tuffi dalla piattaforma 10 metri femminile, a causa di uno strappo, nonostante fosse la figura sportiva di punta del Regno Unito.
Denise Audrey Newman non guadagnò medaglie allora. Nessun oro, argento e nemmeno bronzo. Eppure era una stella promettente tra le atlete britanniche di questa specialità. Purtroppo un dolore muscolare sopravvenne al terzo round compromettendole la vittoria. Era la più talentuosa e, alla vigilia, la favorita tra tutte le campionesse mondiali.
Denise Newman era nata il 19 febbraio del 1924 a Edmonton in Inghilterra. Con la sua famiglia poi si era trasferita molto giovane da Londra al Cairo.
Si avvicinò ai tuffi in tenera età presso il Maadi Sporting Club, vincendo il suo primo torneo all’età di sei anni. Uno dei suoi primi allenatori fu Ahmed Ibrahim Kamel, campione olimpionico di tuffi nel 1936. Sotto la sua guida vinse i campionati nazionali open di nuoto del 1937 e, meno di due mesi dopo, i campionati open di tuffi. Continuò a vincere campionati e a stabilire record sia prima che dopo il suo ritorno definitivo in Inghilterra nel 1938.
La Seconda Guerra Mondiale, tuttavia, mise fine alle sue speranze di partecipare alle Olimpiadi estive del 1940. Si trasferì ad Abadan, in Iran, a vivere con la sua famiglia per diversi anni. Tornò in Inghilterra nel 1943 e si arruolò nel ministero dell’Aeronautica. Già conoscitrice del francese e dell’arabo, fu inviata ad imparare il giapponese, che riuscì a fare in sei mesi, prima di entrare a far parte della sezione di cifratura giapponese del famoso centro di intelligence di Bletchley Park.
Bletchley Park era la sezione dell’intelligence britannica predisposta alla decriptazione dei famosi codici tedeschi della macchina Enigma. Il matematico britannico Alan Turing fece il miracolo e riuscì a carpirne il funzionamento, intercettando i codici segreti nazisti. Grazie a lui la guerra terminò con due anni di anticipo.
Denise Newman faceva parte della squadra di Alan Turing. Doveva tradurre i messaggi giapponesi intercettati nella Sezione Navale di Bletchley Park.
Il sommario del suo servizio negli archivi di Bletchley Park:
ISSIS Bedford corso di giapponese agosto 1943 – febbraio 1944. Poi a Bletchley Park fino al 1945. Sezione Navale, traduttrice di giapponese.
In seguito, divenne la prima donna ufficiale nel Servizio Ausiliario della Marina britannica. Nel 1988, a 64 anni, fu la donna più matura a navigare da sola nell’Atlantico.
Morì a 91 anni. Il coraggio non le era mai mancato in nessuna sfera della sua vita. Volle partecipare anche alle Olimpiadi successive quelle del 1952. Non si era potuta allenare abbastanza per quelle competizioni però a causa dei suoi impegni familiari. Raggiunse soltanto il terzo posto.
La medaglia d’oro l’avrebbe dovuta ricevere d’obbligo, a pieni meriti, d’ufficio. Esclusivamente per il suo impegno e valore come agente segreto britannico nella sezione di decriptazione di Bletchley Park durante la Seconda Guerra Mondiale.