Alice Mackert, la spia di Hitler che operava in Francia e in Italia. L’interrogatorio dell’OSS, l’intelligence americana, pubblicato dalla CIA

Parigi occupata

Hazel Juvenal-Smith, nome di battaglia Jicky, era una degli angeli di Churchiil. Un agente britannico del SIS, il Secret Intelligence Service, l’attuale MI6, operativa a Parigi durante la Seconda Guerra Mondiale.

Quando fu catturata dai nazisti per una soffiata, venne portata nella sede parigina della Gestapo sull’Avenue Foch. In questo elegante quartiere al centro di Parigi, in uno degli edifici storici, venne torturata. Era agli ultimi mesi di gravidanza. Fu denudata. Oltre a se stessa, doveva salvare il bambino che portava in grembo, proteggere gli altri agenti britannici come lei e la rete dei combattenti della resistenza francese a cui era collegata. Non parlò pur essendo consapevole che gli agenti segreti per i nazisti erano considerati dei fuorilegge e non coperti dalle Convenzioni di Ginevra come i militari, quindi carne da macello. La maggior parte trucidati tra i supplizi più atroci. Jicky non parlò, non svelò i nomi degli altri. E non raccontò mai, nemmeno in seguito quando viveva in Italia sul Conero, i dettagli sulle torture subite sull’Avenue Foch. L’orrore trapelava solo quando parlava dei nazisti.

La sede della Gestapo sull’Avenue Foch a Parigi

In quel periodo, sempre negli edifici sull’Avenue Foch, nel medesimo quartier generale della Gestapo, operava un’altra donna. Jicky veniva barbaramente torturata e l’altra donna, Alice Mackert, lavorava per la Gestapo, ovvero la polizia segreta di Stato. Non si conosce quali fossero le sue mansioni effettive in quell’edificio dell’orrore. Di certo era a conoscenza, anche per le urla strazianti, che in quello storico palazzo si trovavano le stanze per le torture dove i nazisti “interrogavano” le persone della resistenza, semplici sospettati e, in maniera più efferata, gli agenti segreti britannici del SIS e del SOE e quelli americani dell’OSS.

Avenue Foch, Parigi

Nell’aprile del 1945, Alice Mackert fu arrestata dalla Terza armata americana ed interrogata dapprima a Parigi e poi in Gran Bretagna al Camp 020. (Camp 020 era il nome in codice di Latchmere House a Ham, vicino a Richmond, Londra Ovest, dove veniva interrogato il personale nemico, nda).

In base agli interrogatori del 9 maggio del 1945 dell’OSS, (Office of Strategic Services), l’intelligence americana dell’epoca, e desecretati dalla Cia qualche anno fa, Alice Mackert era una spia dei nazisti. Una delle spie di Hitler.

Il 9 maggio del 1945 fu sottoposta ad un interrogatorio preliminare. Il file che la riguarda mette in luce, fin dall’inizio, il potere di cui godeva. Nella prima parte si evidenzia che era l’amante di OSTRICH, (Ostrich secondo un altro file dell’OSS era il maresciallo delle SS Louis Nebel processato per crimini di guerra in Danimarca. Figlio di un contadino di Soletta, Svizzera, si formò con le SS e fu corresponsabile dell’omicidio di Kaj Munk, drammaturgo, pastore e simbolo della resistenza danese contro l’occupazione tedesca durante la Seconda Guerra Mondiale. nda). Gli americani annotano che Nebel era sui 30 anni, alto 1 metro e 70 circa, dai capelli biondi spessi con la riga a sinistra, di corporatura robusta e di bell’aspetto. Stava a Nizza.

Nel verbale americano si riporta che Alice Mackert era presa in enorme considerazione e ritenuta fidata da coloro che lavoravano con lei.

ALICE MACKERT lavorò per l’SD, il Sicherheitsdienst (SD, Servizio di Sicurezza, era un servizio informazioni e intelligence delle SS dal 1932 al 1945), Amt (ufficio) VI/S ed era evidentemente molto stimata da coloro con cui lavorava. Era l’ex amante di OSTRICH.  “Dichiara che è di nazionalità svizzera” – scrivono nel file gli agenti dell’OSS.

Prima di operare per l’SD, MACKERT afferma di aver lavorato per l’amministrazione dell’esercito tedesco.

Dice di aver svolto questo servizio in Normandia dal novembre 1940 all’aprile 1942.

Dall’aprile a dicembre del 1942 a Lille e a Sens; a Francoforte dal dicembre 1942 fino all’aprile 1943;

A Sens in Francia in aprile e poi di nuovo a Francoforte dove è rimasta fino al luglio 1943.

Gli interroganti scrivono però:” Queste affermazioni sono in contrasto con un rapporto in cui si dice che la MACKERT era ad Alençon dal 1939 fino al 1942 e che presumibilmente era impegnata in attività di spionaggio dal 1940”.

Il rapporto rivela anche che MACKERT divenne una cittadina tedesca naturalizzata nel 1942.

Nel luglio del 1943, MACKERT andò a lavorare per l’Hauptsturmfuehrer, (comandante di compagnia, carica SS), Dr. FISCHER, SCHNEIDER,. SD, ovvero nell’intelligence tedesca, Referat 5b al 60 di Avenue Foch, Parigi. È la prova che questa donna operava ufficialmente al quartier generale della Gestapo nello spionaggio.

ALICE MACKERT dice di aver scritto rapporti sulla Bretagna e sui Paesi Baschi. Mentre lavorava per FISHER, ALICE MACHERT svolse il compito di infiltrazione per lo Standartenfuehrer, Comandante dello Stendardo, (grado delle SS), Dr. – ADAM.

Fingendosi l’amante di ADAM, fu presentata ad un gruppo di ufficiali tedeschi che frequentavano l’Hotel Saint James a Parigi e che erano estremamente ben informati sui piani militari tedeschi.

Nel luglio del 1943, MACKERT fu inviata a Nizza con il dottor FISCHER che sarebbe diventato Hauptsturmfuehrer, (Hauptsturmführer è il grado corrispondente a quello di Hauptmann, capitano, dell’esercito, utilizzato dalle SS e dai reparti di combattimento, Waffen-SS, nda), vice di RETZECK a Cannes. MACKERT dice che RETZECK era in precedenza un istruttore militare del GFP a Rennes e afferma anche che il GFP fu assorbito dall’SD, il servizio di intelligence.

Con RETZECK a Nizza facevano parte i seguenti membri delle SS: Hauptscharfuehrer Dr. FILLMAN che era stato a Parigi; Hauptscharfuehrer LAUSER che era stato a Parigi con FISCHER e che a Nizza fungeva da corriere; Hauptscharfuehrer SCHULZ (nome di copertura); Sturmscharfuehrer NAGEL; Oberscharfuehrer NEBEL (il compagno della Mackert, nda); Oberscharfuehrer WOHLFAHRT; Untersturmfuehrer MERBREIER E GAUTHIER che era stato a Boulevard Flandrin a Parigi, poi a Vichy e aveva lavorato anche per l’Amt VI in Corsica. MERBREIER fungeva da ufficiale di collegamento tra il console italiano e l’Amt VI (ufficio) italiano e tra l’Amt VI e il Gruppo MAX.

Secondo ALICE MACKERT, il Gruppo MAX era una rete di intelligence italiana che lavorava per l’Amt VI. Il suo capo era il colonnello BARANCO, (Rosario Barranco, nda), un italiano, che ora si nasconde in Italia. Racconta che si è fatto togliere tutti i denti per cambiare il suo aspetto.

Il capo dell’Amt VI a Nizza era l’Untersturmfuehrer MOSER, che era stato precedentemente con l’Amt VI a Montpellier. MOSER inviava i rapporti a RETZECK, che li inoltrava al numero 11 di Boulevard FIandrin a Parigi.

MACKERT afferma che MOSER inviava agenti in Italia ma non in Spagna. Era ancora a Nizza quando MACKERT partì nel marzo del 1944. MACKERT dichiara che procurava lasciapassare per gli agenti di SCHWINN e gli preparava dei rapporti sull’utilità dei suoi agenti.

Il rappresentante dell’Amt VI a Marsiglia, secondo MACKERT, era SENNER.

Con lui lavorava un uomo di nome MARTIN che si occupava degli agenti di SENNER inviati in Spagna e in Italia.

MACKERT compilava i lasciapassare per gli agenti di SENNER tra cui la famiglia SCHIFFMANN, che operava in Spagna e gli AGNELY.

Racconta inoltre che, mentre era a Nizza, utilizzavano un Commando distaccato, unico in Francia preposto per le questioni degli ebrei. Se si creavano problemi con gli ebrei questo commando arrivava in tutta fretta. Inoltre se erano richiesti treni per i deportati o per altri rifornimenti, era il suo ufficio ad occuparsene.

In seguito viene mandata a Riga dove lavora come interprete, collabora con gli agenti e si occupa di lavoratori stranieri, condannandoli ai campi di lavoro.

Nell’agosto del 1944, ALICE MACKERT è inviata a Berlino dove viene richiesta come interprete per HITLER e HIMMLER.

Nel novembre del 1944 accompagna un gruppo di agenti dell’intelligence in un rifugio a Schwarz dove venivano addestrati. Con loro due componenti che presero parte al rapimento di Mussolini, GROSS e AUER.

Il 12 febbraio del 1945, MACKERT parte con l’Hauptsturmfuehrer DOBREWITCH per San Remo in Italia. DOBREWITCH era con l’Unità a Verona. Mackert passa a Verona, a Milano e a Genova mentre si reca a San Remo. A Milano incontra Sturmbannfuehrer GOHL, capo dell’Amt VI a Milano e comandante di tutti i Kommandos in Italia. Lo aveva già incontrato a Nizza dove si trovava con MOSER.

GOHL non voleva che ALICE MACKERT procedesse per San Remo perché aveva ricevuto ordini che a tutte le donne era proibito andare a Sud del Po. Tuttavia MACKERT ricevette l’autorizzazione di SKORZENY di poter procedere.

A Verona, ALICE MACKERT racconta che Heins TUNNAT era il comandante del Kommando Amt VI/S. Era il capo per il Sud Italia ed utilizzava solo agenti italiani. A Genova MACKERT rivela che l’ufficio dell’Amt VI era nella Casa degli Studenti. A San Remo lavorava con NEISSER al quale lei aveva portato un ingente somma di danaro da Berlino. Fornisce lasciapassare per gli agenti di SENNER che dovevano essere mandati in Francia eccetto due che erano destinati ai maquis italiani, partigiani, (non si capisce perché a questi e chi fossero, nda). NEISSER e SENNER vivevano a Villa Alice e circa dieci agenti soggiornavano a Villa Verdi.

MACHERT afferma che l’Amt VI era completamente distaccato dall’ufficio principale dell’Unità e dell’SD, il Sicherheitsdienst (SD, Servizio di Sicurezza).

A San Remo MACKERT incontra Rosita CASIER o Rosita de VILLIERS che era l’ex amante di BESEKOW. Era sospettata di fare il doppio gioco ed inviata al rifugio di Schwarz, poi aveva proseguito per San Remo. Doveva rientrare a Berlino ma si rifiutò. Secondo Alice MACKERT era ancora a San Remo quando MACKERT partì da lì.

Alice MACKERT lascia San Remo il 5 marzo del 1945 e si reca a Wiesbaden.

Da lì va a Mayence in Francia dove viene arrestata dagli americani.

Jicky, Hazel Juvenal-Smith, alla fine della guerra, contribuisce al revival culturale ed artistico della Francia. Alice Mackert finisce in carcere.

Due donne. Entrambe per un periodo nella medesima sede della Gestapo a Parigi sull’Avenue Foch. Una, la tedesca Alice Mackert, dalla parte degli efferati torturatori. L’altra, l’inglese Jicky, Hazel Juvenal-Smith, seviziata barbaramente mentre era incinta. La prima in prigione. La seconda nei salotti più raffinati di Francia.

Il tempo alla fine è stato galantuomo. In the end, justice would prevail.

A seguire il testo integrale dell’interrogatorio americano alla Mackert:

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Nicoletta Maggi è interprete simultanea e giornalista. Risiede nelle Marche, ma lavora da molti anni a Roma come addetto stampa. Ha lavorato in Inghilterra e in Germania.